Le città, grandi o piccole che siano, risultano uno dei capisaldi nella storia dello sviluppo e del progresso della società umana. L'aggregazione e la coesione fornite da esse permettono agli individui di vivere in una realtà solida, strutturata e sicura, dove ogni necessità o bisogno possono essere risolti. Tuttavia, quando l'entità di questo agglomerato sociale cresce a dismisura, la natura umana può deviare in desiderio di dominio e di potere, distorcendo il sano principio che sta alla base della nascita della città stessa, rendendola una verità deviata. È così che la società stessa si spacca, si creano i ricchi ed i poveri, i potenti ed i deboli, mentre il paesaggio stesso si deturpa e muta a seconda del ceto che vive nella zona specifica. Passiamo così dai grattacieli scintillanti, i nuovi palazzi d'oro degli imperatori contemporanei, ai vicoli bui e sporchi dei sobborghi, le baraccopoli moderne, dove i costumi ed i valori decadono, i principi perdono di significato e la legge della strada, molto simile a quella di selezione naturale, diventa il codice di Hammurabi 2.0.
La Electric Sheep Comics, con Bloodwashing, ci catapulta in uno scenario simile, a metà tra il pulp ed il romanzo noir metropolitano, dove il "downtown" viene dipinto come una creatura senziente, una bestia che divora le anime e le coscienze dei suoi abitanti, i quali si perdono in una guerra tra miserabili, da un lato, e la ricerca di piaceri corrotti e degeneri, dall'altro. Violenza, cupidigia, stress e presunzione minano la razionalità ed il pensiero logico, droga ed alcool trasformano gli uomini in pazzi scriteriati mentre l'istinto di autoconservazione costringe gli individui a gesti estremi.
Leggendo questo numero, capirete facilmente come, in un contesto del genere, una semplice lavanderia possa mutare in una sorta di porto sicuro, una specie di locanda dove il malcapitato di turno possa trovare qualche attimo di riposo e di conforto dal brutale mondo esterno, scambiando qualche parola con il cinico e burbero proprietario che ascolta le sue storie non servendogli una birra, come un oste, ma lavando le macchie di sangue presenti sulla sua camicia. E non c'è nulla di strano se in questi racconti una normale serata di due giovani e stralunati tossici, per colpa di un'azione stupida, trasfiguri in un'escalation di violenza, follia e morte.
Concludendo, se "Pulp Fiction" vi ha affascinato con i suoi eccessi, allora non potrete che essere ammaliati dalla forza narrativa e dall'arte figurativa di Bloodwashing. Bisogna dirlo: alla Electric Sheep Comics ci sanno proprio fare. Bang!
Marco Longa