Ritorna sui nostri dispositivi il "detective" Acampora con la puntata numero due de "Durante & Walsh". I due agenti della omicidi di New York, un italiano alcolizzato ed un irlandese con la malattia del gioco, continueranno a mostrarci con le loro gesta come possono decadere gli usi ed i costumi di un fiero rappresentante della legge. Il principio è simile a quello del sillogismo "Siamo ciò che mangiamo", tanto in voga di questi tempi: il dinamico duo, sguazzando in una sottodimensione marcia ed oscura della "Grande Mela", si macchia dello sporco presente in quell'ambiente, trasformandosi in un'allegoria di ciò che erano in passato.
Nonostante questo, il loro lavoro viene svolto con perizia e determinazione ma non sappiamo se fatto per una mera questione finanziaria, per distogliere l'attenzione dalle loro marachelle oppure per le reminiscenze dei loro vecchi ideali.
In questo episodio vedremo Art & Pat alle prese con il primo vero "villain" della storia, Fer-de-Lance, un leggendario sicario freelance assoldato da mala, microcriminalità e privati per svolgere lavori apparentemente impossibili. Egli viene dipinto come una sorta di ninja metropolitano, veloce, invisibile, silenzioso ed evasivo. Un fantasma. Non lascia tracce, nessuno l'ha mai visto. Si pensa sia un'invenzione, una persona inventata.
Eppure esiste, chi è del mestiere sa la verità. Va da se che i nostri "eroi" avvertiranno la tensione del caso, così come i loro colleghi quando sapranno che il teste che stanno proteggendo è entrato nel mirino dell'epico assassino. Che sia superstizione, che sia paura, l'atmosfera inizierà a farsi rovente.
Tra colpi di scena e dialoghi degni dei migliori polizieschi d'oltreoceano, Acampora dipinge un nuovo quadro nella vita dei due poliziotti, arricchendo il copione con una nuova vicenda dai risvolti inattesi e che proietterà interessanti interrogativi sugli sviluppi futuri. Non c'è dubbio: anche questa volta il pluridecorato "detective" nostrano ha fatto centro.
Marco Longa