Un apostrofo rosa tra le parole “T’ammazzo”.
Da ormai qualche anno nel cinema, nei fumetti e nelle serie TV, si è andato affermando sempre più una tipologia di personaggio di grande successo : quella dell’antieroe.
In breve, l’antieroe è quel personaggio che non è né totalmente buono né totalmente cattivo, ma vive in una sorta di “limbo”, una zona al confine tra il bene e il male.
Personaggi che, ad esempio, sono costretti ad infrangere la legge affinché si possa fare giustizia.
E viene subito da pensare, ad esempio, a personaggi come l’ispettore Callaghan di Clint Eastwood, Batman, The Punisher.
Ma che ne è dei cattivi?
Se i protagonisti sono una via di mezzo tra bene e male, per poter definire il profilo del cattivo della storia è necessario esagerarne i tratti distintivi fino a renderlo un vero e proprio mostro.
Ma ciò che segna la linea di demarcazione tra il bene e il male è la capacità di andare contro la propria natura o quella che è stata la propria vita fino a quel momento.
E questo ci porta a “Granfinale”, di Riccardo Ferdenzi, Michele Vartuli e Andrea Boscolo, edito da Brudas Art.
“Granfinale” è la storia di un killer mercenario, apatico e freddo, che decide di cambiare vita.
Per farlo, deciderà di salvare una donna-bersaglio, finendo per trovarsi in una serie di situazioni estreme, inseguito dal mondo da cui cerca di fuggire e da un boss del crimine organizzato particolarmente violento e scurrile.
Ad aiutarlo in questa folle avventura a base di proiettili ed inseguimenti ad alta velocità c’è la sua coscienza, che assume le sembianze di Spanky, un bizzarro cane rosa alato e saccente che non gli semplifica per niente il compito.
Se cambiare vita e andare contro la propria natura può essere facile, farlo con un cane rosa saccente, una donna da proteggere e un esercito di malavitosi che ti vogliono morto …. è praticamente impossibile!
L’unica soluzione è non fermarsi, premere sull’acceleratore e sperare di essere più veloce dei tuoi guai.
E augurarsi di avere abbastanza colpi nel caricatore.
Cosimo Pardi