Quando un viaggio si avvia alla sua conclusione, si comincia a tirare le somme.
Cosa porteremo con noi, come il viaggio ci ha cambiati, i legami che abbiamo stretto.
Ma, soprattutto, cosa ci lasciamo dietro.
È questo che definisce il viaggio : quanto siamo disposti a lasciarci alle spalle, a quante cose siamo disposti a rinunciare lungo il cammino per cambiare, per tornare a casa come persone nuove.
O, più semplicemente, lasciarsi dietro qualcosa per poter intraprendere una strada nuova.
C’è un vecchio adagio che recita: “bisogna perdersi nel deserto per ritrovare se stessi”.
È quando perdi tutto, quando ti spogli veramente di tutto ciò che hai e di tutto ciò che sei, che puoi intraprendere un cammino nuovo.
Un cammino che sia soltanto tuo.
Nonostante ciò, ci sono cose di cui non puoi liberarti perché fanno parte di te come poche altre.
Come un cane rosa, ad esempio.
Come in “Granfinale vol. 4”
La lunga corsa di “Granfinale” si avvia verso la conclusione tra sparatorie, amori appassionati, fughe in macchina e killer spietati e armati fino ai denti.
Ma niente di questo è importante.
Quello che importa è cambiare.
Quello che importa è dare una direzione diversa ad una vita costellata di atrocità e sperare che basti per avere l’anima in pace quando la corsa arriverà alla fine.
Il carburante sta per finire.
Il caricatore è quasi vuoto.
E il tempo sta per scadere.
Il viaggio nel deserto è l’unica strada possibile.
Nel caso, meglio portarsi un cane.
Meglio ancora, se rosa.
Cosimo Pardi