Ciao Marco
Come nasce House of horrors?
House of Horrors nasce inizialmente come una storia breve di una decina di pagine. Poi il soggetto mi piaceva, pensavo potesse essere sfruttato più a fondo, così l'ho ampliato, gli ho dato un nuovo protagonista (nella versione originale il detective non c'era) ed è diventato il fumetto che è oggi.
Raccontaci le metafore dietro il parco divertimenti
Ehm... in realtà non c'è nessuna metafora! Volevo solo raccontare la storia di questi ragazzi che diventano i mostri che fingono di essere, poi, come ho detto, la storia è cresciuta e ci ho visto un potenziale maggiore. La metafora che c'è dietro, se vogliamo trovarne una o anche la domanda che pone il detective alla fine, è venuta da sé, scrivendo.
A quali autori ti ispiri?
Per questo fumetto non mi sono ispirato a nessun autore in particolare, in genere prendo come riferimento i miei autori preferiti: Straczynski, Faraci, Pedrosa.... ma loro sono inarrivabili, io mi limito a cercare di fare un buon lavoro con il grosso bagaglio di fumetti e libri che ho letto fino a ora, tra i quali i loro, ovviamente.
Come hai conosciuto Ivan Passamani?
Io e Ivan ci siamo conosciuti circa tre anni fa, ci hanno presentati dei nostri amici in comune, anche loro fumettisti. Mi piaceva il suo stile di disegno, ci siamo trovati in sintonia da subito, sia come gusti che come team di lavoro. Gli lascio molta carta bianca e anche se a volte stravolge completamente quello che avevo in mente, ci sa fare davvero e migliora qualunque cosa io scriva.
Ci sarà un House Vol. 2?
Non credo... o meglio, io e Ivan abbiamo in progetto di far vivere nuove avventure al detective protagonista di House of horrors, ma non sarà legato a quanto successo nella casa degli orrori. Se saranno, saranno avventure nuove, sempre horror, sempre con lo stesso stile, mio e di Ivan.
Marco Torti