Ciao Marco
Come hai conosciuto il fumetto?
Come tanti, da bambino. Da un lato ero un superlettore di Topolino (di cui sono stato abbonato per tanti anni) e del Giornalino (che invece mio nonno mi comprava quasi ogni giovedì) mentre dall’altro leggevo a sbafo tutta la collezione di Tex di mio zio, che saccheggiavo con regolarità.
Perché le pubblicazioni indipendenti?
A livello autoriale, per un motivo molto banale: non ci sono grandi sbocchi per un giovane autore che vuole affacciarsi per la prima volta al mondo editoriale. Essendo scomparse quasi totalmente le riviste che potevano fungere da “palestra” i casi sono due: scegliere di sottostare alle condizioni di piccoli editorucoli poco paganti e dal dubbio gusto estetico, oppure provare a fare da soli (sia sul web che sul cartaceo).
Io ho scelto la seconda strada, avendo quindi anche la possibilità di imparare sul campo e di poter sperimentare in totale tranquillità. Tornando indietro, lo rifarei assolutamente.
Come percepisci il mercato italiano del fumetto rispetto a quello estero?
Il mercato italiano è in espansione. Siamo ancora molto ancorati a quella che è la grande lezione del fumetto popolare classico, ma la cosa positiva è che ci si sta staccando a poco a poco. E tutto questo grazie ad un foltissimo sottobosco di produzioni indipendenti, sia cartacee che digitali, che stanno lanciando tanti nuovi bravissimi autori!
Qual’è il comic che ti ha più emozionato?
Non saprei, onestamente. O meglio, sceglierne uno è veramente troppo difficile. Tra i primi tre che mi vengono in mente: Bone (di Jeff Smith), il Dylan Dog di Tiziano Sclavi e… La leggendaria prima serie di PKNA (Paperinik New Adventures)
Come nasce la serie di Shadows?
Nasce da alcune chiacchierate con Riccardo Faccini, il disegnatore e co-creatore della serie. Lui aveva questo personaggio, “Shadow”, su cui voleva imbastire una storia, magari vagamente supereroistica. Figo, ma ero anche dell’idea che si potesse allargare il campo e da un’ombra solitaria siamo arrivati alle tante “ombre”. Ombre che sono dentro ad ognuno di noi e che trovo sia interessante “portare alla luce”.
Il tutto è stato coronato dall’uscita del primo numero “sperimentale”, intitolato “La Ballata del Nero Cherubino”, nel 2013… E da allora non vogliamo fermarci!
Qual è l’ingrediente di un Comic di successo, secondo te?
Domanda da un milione di dollari! Senza stare a parlare di preferenze personali, stili preferiti o altre cose più soggettive potrei dire che un fumetto di successo è un fumetto che sa interpretare (e su alcuni aspetti anticipare) quelli che sono i gusti, i desideri e gli umori dell’epoca e del contesto storico in cui è realizzato. Detta così sembra molto complicato, ed effettivamente lo è. Per questo non è facile realizzare un fumetto che faccia il botto o capire anche solo da esterni se un progetto lo sarà o meno.
Qual è il tuo prossimo progetto?
Allo stato attuale delle cose sono molto concentrato su Lucca 2015 dove usciranno due miei nuovi lavori, ovvero il nuovo episodio delle avventure di Norby e il secondo capitolo di Esso – L’ultimo Fumettista. Entrambi sotto etichetta ManFont.
E poi c’è qualche storia breve sparsa, la voglia di provare con qualche grande editore italiano e soprattutto chiudere la prima trilogia di Shadows.
Un pensiero su Novel…
Trovo che Novel sia un progetto ambizioso e la cosa che mi piace maggiormente è la passione mista a cura dei particolari di chi lo sta portando avanti. Perché a iniziare un progetto non ci vuole niente... La vera sfida sta nel continuare insieme alle mille difficoltà (ma anche alle tante soddisfazioni) che sono parte integrante del mondo-fumetto!