Come detto in precedenza, la storia è uno specchietto retrovisore per le manovre inerenti il futuro. Albertini ce lo ricorda con passione e maestria nelle sue opere, rievocando eventi del passato legati alla realtà territoriale del Piemonte e delle aree limitrofe, cosicché non si perdano negli archivi queste pillole di vissuto nostrano.
In questo episodio di "Streghe ed Indiani", intitolato "La Dama del Ponte della Rosa", veniamo catapultati nella realtà del Basso Medioevo, nel secolo XIII, nella pienezza di quel periodo che ha segnato l'ascesa di Gengis Khan, la prima conquista di Costantinopoli da parte dei crociati e l'egemonia delle Repubbliche Marinare sul Mediterraneo. In questo scenario di conquiste e lotte di potere internazionali, i comuni italiani, all'apice della loro espansione, non furono da meno e tentarono di aumentare la loro influenza con l'annessione forzata di paesi e territori limitrofi.
La produzione di Albertini ci colloca a Garessio, imponente borgo murato vittima delle mire espansionistiche del Marchese di Ceva, Giorgio II. Una guardia di turno alla porta principale ci racconterà l'esito di un attacco condotto dai soldati cebani e di come la bellezza di una nobile dama possa essere l'ago della bilancia in un conflitto del genere. Nella vicenda vedremo che agli ideali puri della "Cavalleria" si opporranno tradimenti e sotterfugi degni dei migliori colpi di stato, dipingendo così un quadro spietato e vile.
Non c'è che dire: anche questa volta la magia dell'autore vi accompagnerà in quell'epoca, lasciandovi incantati e curiosi, illustrandovi uno spaccato storico dove il confine tra sconfitta e vittoria è definito solo da ciò che è stato tramandato ai posteri.
"E di tal vincitor si gloria il vinto”
Marco Longa