In Love me like a Psycho Robot, fin dalla prima pagina, il lettore viene catapultato in una baraonda di eventi assolutamente fuori di testa in cui Love, un piccolo (ma pericolosissimo) automa è intento a portare morte e distruzione praticamente ovunque.
La storia di Valeriana Cretella, molto semplice ma comunque avvincente, ci proietta all'interno di un mondo dove l'organizzazione senza scrupoli Maha vuole a tutti i costi primeggiare sugli Angry Monkeys, un gruppo di pazzi fanatici ambientalisti adoratori della divinità Pachamama.
Love, creato (e usato) dalla Maha per annientare in modo definitivo tutti i nemici, si ritrova coinvolto in una serie di incredibili combattimenti al cardiopalma dove sangue, pallottole ed esplosioni (anche atomiche!) portano il ritmo del racconto su livelli estremamente frenetici.
Il finale comunque, nonostante il susseguirsi indiavolato degli eventi, riesce a soffermarsi anche su un lato maggiormente riflessivo in grado di donare a Love uno spessore psicologico più profondo rispetto alle prime pagine dell'albo.
Il tratto di Stefano Cardoselli, simile a quello di autori come Geof Darrow, è ricchissimo di particolari; osservando attentamente ogni tavola, infatti, si può notare la grande cura riposta nella caratterizzazione grafica dei vari personaggi (umani e non) in cui gli elementi meccanici/tecnologici si fondono in modo perfetto, e a tratti inquietante, con il corpo umano.
Anche gli ambienti risultano ben realizzati, grazie a numerosi dettagli capaci di donare a ogni tavola una cifra stilistica riconoscibile vicina ad alcune influenze cyberpunk tipiche della fantascienza.
In conclusione, si può dire tranquillamente che Love me like a Psycho Robot è un delirio di azione esagerata con un finale a tratti malinconico in grado di far capire a tutti che, forse, anche i robot hanno un'anima.
Andrea Stella