Una volta si diceva “dimmi cosa mangi e ti dirò chi sei”.
Oltre ad un significato strettamente materialista, che identificava determinate classi sociali con gli alimenti che li caratterizzavano, se ne può trovare un altro più “spirituale”.
Quello di poter capire chi ci sta davanti attraverso le proprie abitudini alimentari, i cibi che preferisce, il metodo di cottura, la quantità.
Insomma, conoscere le persone attraverso una serie di abitudini, se vogliamo, anche banali.
Col tempo, è diventato un concetto che si è esteso anche ad altri ambiti della vita quotidiana: vestiti, libri, politica, religione.
Eppure, ci sono ancora degli aspetti della nostra vita che restano dei tabù.
Come il sesso.
Scandaloso parlarne, eppure usato come metro di giudizio per separare i normali dai deviati.
Usato, ancora una volta, per capire chi si ha difronte.
Ma che ne è della scoperta di sé stessi?
Perché non smettere di cercare di capire gli altri e non iniziare a capire sé stessi?
Insomma, usare le proprie abitudini per capire innanzitutto sé stessi e in un secondo momento gli altri.
Il sesso, in questo senso, è un mezzo potentissimo.
Come ci racconta Chià con il suo “Love Buzz”.
Una raccolta di storie brevi all’interno di quello che l’autrice definisce il suo “primo lavoro completo”.
Storie che affrontano il sesso e come ci porti alla scoperta della propria identità attraverso passaggi diversi.
Che si tratti di un ricordo di infanzia, di un atto di “carità” , della scoperta delle proprie fantasie più nascoste o della contemplazione di una persona amata, “Love Buzz” racconta chi siamo e come cerchiamo di definirci attraverso la nostra sessualità.
E di come questo sia, in definitiva, un profondo atto di amore verso noi stessi e verso gli altri.
Cosimo Pardi