È nato quasi per caso il numero di Moby Dick.
Inizialmente l’idea del volume era quella di intitolarlo: “Chiamatemi capodoglio”.
L'animale parla di se stesso, un monologo profondo con la sua essenza misteriosa rivela le intimità, le ansie e le sfide che una preda braccata vive nelle profondità marine.
Gli acquerelli originali risalgono ad almeno tre anni fa, sino a quando Daniele Gay non mi contatta dicendomi di aver realizzato una vera e propria nuova storia insieme a Federico Jahier, ricostruendo il romanzo di Melville del 1851 dal punto di vista non di Achab ma della balena.
Tutto è stato raccolto e molte parti integrate successivamente.
Ricordo ancora i disegni preparatori, io stesso frequentavo l’Accademia Albertina di Torino e nel tempo sono rimaste nelle mente di Daniele Gay come un lavoro costantemente attivo.
Sono passati alcuni anni ma l’occasione è stata creata ad hoc, la voglia di raccontare una nuova storia attraverso potenti acquerelli ed una trama tagliente ha avuto la meglio.
Abbiamo dedicato alcune settimane alla preparazione delle tavole, la colorazione, le cromie ed il lettering. Ricordo ancora lo stupore personale nel creare ogni singola scena. Io e Daniele davanti ad un monitor, allievo ed insegnante che anni dopo lavorano insieme e che riescono a stupirsi per ogni piccolo ed infinitesimale dettaglio che traspare dall’immagine che prende forma.
Come due adolescenti in una continua ricerca della perfezione riuscivamo a consumare le giornate senza accorgerci del tempo che passava ed in pochi giorni abbiamo terminato l’intera opera.
Una tavola dopo l’altra, dal disegno e gli acquerelli abbiamo trasformato singole immagini in una storia sequenziale percorrendo la direzione che Jahier aveva tracciato in precedenza.
Il risultato posso sinceramente definirlo come un’opera unica. Durante lo scorso Torino Comics abbiamo presentato una manifesto che anticipava l’uscita di Moby Dick, appeso allo stand di Novel. Un gruppo di ragazzi mi stupì con una richiesta particolare, volevano acquistare il solo manifesto senza nemmeno aver visto la graphic novel. Erano innamorati dell’immagine rappresentata ed ancor più incuriositi per una rivisitazione di un romanzo così importante ad una qualità visiva di tale livello. Certo sono di parte, poiché mio insegnante ed amico, ma Daniele Gay è oggettivamente un maestro dell’acquerello internazionale dotato di una mano eccezionale.
Moby Dick nasce tempo fa e grazie a Novel ha trovato il modo per proseguire nella sua crescita fino a giungere alla pubblicazione digitale. Io, Daniele Gay e Federico Jahier siamo davvero felici di poter pubblicare questa graphic novel tutta italiana frutto di una collaborazione inaspettata, come del resto il gran risultato finale.
Stefano Marvulli