Silence Vol. 2, l'originale opera di Mirko Andreoli, decide di puntare su una struttura narrativa tanto semplice quanto affascinante, giocando con il media fumetto e le sue regole.
La storia, infatti, non presenta nessun dialogo e nessuna didascalia, lasciando al lettore la possibilità di personalizzare il racconto in modo soggettivo seguendo comunque una trama di base.
In questo secondo numero il protagonista entra in una nuova dimensione mediante uno strano animale a metà tra un pesce e una piovra. I tentacoli della creatura, mostrati in varie tavole, richiamano per certi versi alcuni esseri ideati da H.P. Lovecraft, avvicinando l'opera ad alcune influenze tipiche dell'horror e del dark fantasy.
Nel fumetto i balloon sono comunque presenti, anche se svuotati da ogni linea di testo, così come le didascalie. Questi particolari fanno quindi capire al lettore che i personaggi sono in grado di comunicare tra loro, pur senza far comprendere cosa si dicono. In questo modo entriamo in un mondo dove ogni regola conosciuta non ha più significato in cui le parole sono state inghiottite dal silenzio.
Nella prima tavola si notano anche tre diverse didascalie dai contorni bianchi riempite solo dal colore nero, segno di una narrazione tangibile ma, al tempo stesso, celata al lettore.
Tutto è quindi avvolto da un'aura magica e onirica in cui bizzarre creature appartenenti a mondi lontani sono in grado di aprire varchi dimensionali dove può succedere qualsiasi cosa.
Il tratto, per certi versi simile a quello di Corrado Roi, risulta molto curato ed evocativo anche grazie al sapiente utilizzo dei neri, capaci di donare ai disegni uno stile oscuro e d'atmosfera.
L'opera di Mirko Andreoli, volutamente criptica e misteriosa, riesce a catturare per il suo look particolare a cavallo tra sogno e incubo in cui le parole non servono.
Perché basta il silenzio.
Andrea Stella