Trama
La spedizione del Reggimento Carignano in Quebec (1666)
Riassunto
Il protagonista dell'episodio - che fa parte di una serie di racconti più ampia che ho scritto, sceneggiato e illustrato, ambientati, nei diversi secoli, in Piemonte e Liguria - è un moschettiere dei Carignano - Salières, reggimento di piemontesi e liguri prestato dal Principe Emanuele Filiberto al cugino Luigi XIV, il Re Sole, per combattere gli Irochesi nella "Nuova Francia".
I selvaggi di quei luoghi, secondo i missionari gesuiti, mettevano in pericolo il destino della cristianità ma il disincantato protagonista è consapevole di aver attraversato, non senza rischi, l'oceano per contendere a Olandesi e Inglesi lo sterminato mercato delle pelli.
I nativi sono sparsi nel territorio che si estende tra i Grandi Laghi e gli Irochesi, confederati nella potente lega delle Cinque Nazioni costituita da Seneca, Cayuga, Onondaga, Oneida e Mohawak sono in conflitto con gli Huroni, alleati dei franco-piemontesi.
Il 10 gennaio 1666 inizia la prima fallimentare campagna che si conclude con un rovinoso scontro nel villaggio Mohawak presso il Lago Champlain: senza un equipaggiamento adatto e con 30 gradi sottozero, sessanta, tra soldati e volontari, muoiono per il freddo e gli stenti.
In estate gli alleati Huroni addestrano i bianchi a vestire e combattere alla maniera indiana: le diverse culture si confrontano e le relazioni si approfondiscono al punto che i rapporti con le donne indiane non saranno malvisti neppure dai missionari. Gli obiettivi della seconda spedizione sono più chiari: ricostruire o edificare nuove fortezze per prendere possesso del territorio e utilizzarle come base per l'attacco.
Sterminati dal vaiolo, i guerrieri del mezzosangue Jan Smith (il capo dei Mohawak col nome di Canaqueese, prigioniero dei francesi che lo chiamavano "Bastardo Fiammingo") non sono più in grado di combattere e l'anno successivo offrono il "calumet della pace".
La colonia vive, così, un felice periodo di sviluppo grazie anche agli uomini del Reggimento Carignano disponibili a rimanere nella Nuova Francia, incoraggiati dalla spartizione delle terre. Quattrocento di loro accettano e ancora oggi sono rintracciabili in Canada alcuni cognomi di origine italiana nei discendenti di quei soldati.